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Truffe sui marchi e brevetti

Capita frequentemente che i nostri clienti ci contattino per ricevere chiarimenti circa le comunicazioni che loro ricevono dopo il deposito di una domanda di brevetto o di marchio.

Le lettere che vengono ricevute per posta o a mezzo corriere hanno sempre l’aspetto di una comunicazione ufficiale emessa da parte di un’autorità, come, ad esempio, l’ufficio italiano brevetti e marchi, oppure l’ufficio dei brevetti europei, ecc. Le società private che inviano queste comunicazioni non hanno niente a che fare con gli enti e le organizzazioni ufficiali appena richiamate, anche se, appunto, il più delle volte si propongono con denominazioni molto simili per risultare facilmente confondibili con esse.

Le società truffatrici attingono ai nomi, agli indirizzi dei titolari dei brevetti, delle domande di brevetto, o di marchio e ai relativi dati bibliografici attraverso le banche dati ufficiali aperte al pubblico e facilmente consultabili on-line. Queste società chiedono denaro, proponendo di pubblicare i dati dell’invenzione o del marchio in una banca dati privata per un periodo di tempo limitato. Le loro comunicazioni sono formulate in modo tale da poter trarre in inganno il destinatario, che finisce per credere di dover corrispondere la somma richiesta per mantenere la tutela legale del suo titolo di proprietà intellettuale.

Quali organizzazioni possono inviare le comunicazioni ufficiali?

  • per le procedure italiane i titolari di un marchio o di un brevetto, una domanda di brevetto, di un modello di utilità, ecc. possono ricevere comunicazioni oltre che dal proprio consulente, anche da parte dell’ufficio italiano brevetti e marchi (UIBM), con sede a Roma.
  • i titolari di un marchio dell’Unione Europea possono ricevere comunicazioni, oltre che dal proprio consulente, anche da parte dell’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), con sede ad Alicante (Spagna).
  • i titolari di un marchio internazionale o di una domanda di brevetto internazionale possono ricevere le comunicazioni, oltre che dal proprio consulente, anche da parte dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO), con sede a Ginevra (Svizzera). Le eventuali comunicazioni degli uffici marchi esteri saranno sempre accompagnate da una comunicazione ufficiale dell’OMPI (WIPO).
  • I titolari di un brevetto europeo possono ricevere le comunicazioni dall’Urganizzazione dei Brevetti Europei (EPO).

In ogni caso, i titolari di brevetti, delle domande di brevetto o di marchi che hanno scelto di essere rappresentati dai professionisti del settore, non possono ricevere richieste di denaro da terzi. Nel caso in cui il titolare abbia scelto di avvalersi d un consulente, tutte le richieste di denaro devono pervenire dal consulente.

Chi ha optato per la gestione in autonomia dei propri titoli di proprietà intellettuale, deve valutare con attenzione ogni comunicazione che riceve. Ad ogni modo occorre tenere presente alcuni elementi-tipo delle comunicazioni ingannevoli descritte sopra.

Come distinguere una comunicazione ingannevole da una comunicazione delle autorità preposte?

In genere le comunicazioni ingannevoli presentano questi elementi:

  • richiesta di denaro a fronte della pubblicazione in generici e non ben identificati registri, o su banche dati, dei titoli di proprietà industriale (brevetti, marchi, modelli di utilità, design);
  • denominazione confondibile e molto simile a quelle delle autorità preposte elencate prima;
  • la forma e la grafica della comunicazione sono simili a quelle delle comunicazioni delle autorità preposte;
  • riferimenti precisi al titolare (nome, indirizzo), al titolo (numero della domanda);
  • spesso, ma non sempre, il mittente risulta all’estero e la lingua usata nella lettera non è l’italiano, in modo da rendere più difficile la comprensione.

Di seguito un esempio di lettera ingannevole ricevuta da un nostro cliente.

esempio truffa sui brevetti

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