Il nuovo sistema brevettuale europeo danneggerà le aziende italiane
20 dicembre 2013
Biesse e Clan Grok alla Centomiglia del Garda
6 febbraio 2014

Quanto pesa la proprietà industriale per l’occupazione?

Se lo sono chiesti l’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI) e l’Ufficio europeo dei brevetti (UEB).

Premessa dei due uffici

L’innovazione è uno dei settori contemplati dai cinque obiettivi chiave stabiliti nell’ambito di “Europa 2020”, la strategia di crescita decennale adottata dall’Unione europea intesa a creare un’economia più competitiva con un tasso maggiore di occupazione. Promuovere il “circolo virtuoso” dagli investimenti nell’ambito della ricerca e dello sviluppo alla creazione di posti di lavoro (attraverso la via dell’innovazione, il vantaggio competitivo e il successo economico) non è mai stato così importante come nel mondo contemporaneo, caratterizzato da mercati sempre più globalizzati e dall’economia della conoscenza.

Questo processo dipende da numerosi fattori; tuttavia, fra i più importanti, vi è indubbiamente un sistema efficiente dei diritti della proprietà intellettuale (DPI) , data la capacità della PI di incoraggiare la creatività e l’innovazione, in tutte le sue varie forme, in tutta l’economia. L’Europa vanta già una lunga tradizione in questo settore: i paesi europei hanno rivestito un ruolo primario nel plasmare un sistema di DPI moderno ed equilibrato, che non solo garantisce agli innovatori il giusto compenso, ma stimola anche un
mercato competitivo. Tuttavia, è fondamentale garantire che il sistema continui a essere uno strumento utile ai fini dell’attuazione di nuove politiche per l’innovazione
volte al conseguimento di tali obiettivi.

Nel contempo si sono susseguiti numerosi inviti da parte dell’industria in merito a indicatori che misurino l’impatto dei DPI sull’economia. Inoltre, alla luce degli interrogativi talvolta emersi nei dibattiti pubblici circa il ruolo della PI di supporto all’innovazione e alla creatività, è essenziale fornire fatti e cifre per garantire che tali dibattiti si basino su solide prove.

Per questa ragione l’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI), agendo attraverso l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti della proprietà intellettuale, e l’Ufficio europeo dei brevetti (UEB) hanno deciso di unire le proprie forze per realizzare lo studio allegato, in cooperazione con la Commissione europea, in particolare con la DG Mercato interno e servizi, ed Eurostat.

Diversi studi riguardanti specifici diritti della PI, settori industriali o paesi, sono già stati condotti in precedenza, ma lo studio congiunto UAMI-UEB è il primo a quantificare il contributo generale apportato dalle industrie ad alta intensità di DPI all’economia dell’UE, in termini di produzione, occupazione, salari e scambi commerciali, prendendo in considerazione i principali diritti della PI (brevetti, marchi, disegni e modelli, diritti d’autore e indicazioni geografiche).

Nonostante un approccio cauto, nella rigorosa metodologia applicata, i principali risultati ottenuti sono notevoli: le industrie ad alta intensità di DPI producono più di un quarto dell’occupazione e più di un terzo dell’attività economica nell’UE. L’UEB e l’UAMI auspicano che questo studio si riveli un’utile fonte d’informazione per tutti i destinatari (es.: funzionari della pubblica amministrazione, uffici della PI, industria e mondo accademico).  Prevedono di aggiornare periodicamente questi dati al fine di poter monitorare i futuri andamenti, con la speranza inoltre di estendere lo studio ad altri paesi europei non appartenenti all’UE. Dati gli interessanti spunti che possono emergere dal confronto, accoglieranno con favore studi simili relativi ad altre regioni del mondo.

 

Per scaricare lo studio cliccare sull’icona in basso:

STUDIO UAMI-EPO SULL’IMPORTANZA DELLA PROPRIETA’ INDUSTRIALE COME VOLANO PER LE IMPRESE E L’OCCUPAZIONE


Allegati: ricerca ip 2013.pdf

Comments are closed.