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l’UEIPO accerta la nullità del marchio LA MAFIA

Si è arrivati a una nuova fase nella vicenda relativa al marchio “LA MAFIA”, con la decisione della Commissione di Ricorso dell’EUIPO che ha confermato la nullità del marchio.

I titolari del marchio LA MAFIA FRANCHISES S.L. con sede a Zaragoza hanno presentato appello avverso la decisione presa a Marzo 2016 dalla stessa EUIPO, che ha revocato il marchio “LA MAFIA se sienta ala mesa” (n 5510921) su richiesta dello stato italiano. Puoi leggere qui la nostra precedente notizia relativa questo caso.

locanda la mafia se sienta a la mesa

 

Lo stato italiano, rappresentato dal dott. Sebastiani, ambasciatore in Spagna, in qualità di opponente ha dichiarato che il marchio in questione era contrario “ad ogni principio morale”, considerato che si riferiva ad una organizzazione criminale.

La Commissione di Ricorso ha accettato la richiesta di annullamento del marchio e ha emesso una decisione di revoca. Le motivazioni dietro questa decisione affermano che il marchio LA MAFIA suscita “l’impressione di una possibile convivialità con il crimine” e il suo “contenuto semantico è profondamente offensivo”.

il marchio la mafia

Il proprietario del marchio ha fondato le sue difese sulla generale minimizzazione della connotazione negativa e dichiarando che l’opponente stesse agendo come una persona “estremamente sensibile”, cioè suscettibile su questo argomento, e quindi, non poteva essere considerato “un consumatore medio”.

Secondo la Commissione di Ricorso dell’EUIPO l’appello “non era sufficientemente motivato” e ha confermato la nullità del marchio LA MAFIA. I proprietari del marchio sono tenuti a risarcire allo stato italiano i costi di rappresentanza.

Nonostante si tratti della seconda vittoria italiana, il caso potrebbe avere ulteriori sviluppi alla Corte di Giustizia Europea o avanti una corte spagnola, qualora le autorità italiane decidessero di chiedere l’inibitoria all’uso del marchio. Questo, però, non è il primo caso.

Sembrerebbe che soltanto un anno fa un bar austriaco, i cui titolari avevano inserito nel proprio menù alcuni sandwich ai quali avevano dato i nomi di vittime di stragi di mafia (nello specifico utilizzando i nomi dei Giudici italiani uccisi in attentati mafiosi) causando un incidente diplomatico tra Vienna e Roma.

In effetti, non è così infrequente imbattersi in prodotti “italiani” che facciano riferimento alla nota organizzazione criminale: a partire dal caffè bulgaro “Mafiozzo”, dallo snack inglese “Chilli Mafia”, alla spezia tedesca “Palermo Mafia shooting” fino al sugo per pasta a Bruxelles “SauceMaffioso”.

Tuttavia, nonostante la catena di ristoranti spagnoli non sia innovativa nel suo riferimento alla mafia, ha contribuito a portare l’uso del marchio riferito alla mafia ad un altro livello, completamente diverso rispetto a quanto operato fino ad ora, basando tutto il marketing e il brand sull’infamia e la vigliaccheria dell’operato mafioso. Il gruppo conta circa 40 ristoranti sul territorio spagnolo con oltre 400 dipendenti.

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